Abù e Arci

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Francesca

Pochi giorni fa sono arrivati al santuario due maialini, uno marrone e uno rosa, che vengono dalle Marche, dove erano detenuti abusivamente per farne salsicce.

Nell’industria alimentare, gli animali non hanno nomi, sono considerati cose, prodotti, carne che cammina, ma nei santuari gli animali tornano ad essere quello che sono, ossia degli individui.

Dare un nome a un individuo è un passo importante e noi cerchiamo di scegliere nomi che abbiano un significato. Non sempre il significato è profondo, ma questa volta abbiamo voluto che lo fosse.

Inizialmente, avevamo scelto altri due nomi di personaggi marchigiani famosi che pensavamo fossero vegetariani e abbiamo scoperto in realtà che quasi certamente non lo erano. Forse amavano gli animali, ma da quello che abbiamo potuto appurare, entrambi mangiavano carne.
Abbiamo deciso, allora, di fare una ricerca su personaggi vegetariani famosi e abbiamo trovato due personaggi che probabilmente vegetariani sono stati davvero e uno dei due pare essere stato uno dei primi vegani della storia.

Parliamo di Plutarco, il famoso filosofo greco vissuto tra il 46 e il 127, autore autore di “Le vite parallele” e Abū al-ʿAlāʾ Aḥmad ibn ʿAbd Allāh ibn Sulaymān al-Tanūkhī al-Maʿarrī, un poeta e filosofo siriano, vissuto tra il 973 e il 1078, detto il Lucrezio d’Oriente.

In entrambi, dalle loro opere emerge una posizione molto netta sul mangiar carne.

Plutarco, tra le altre opere, scrisse “Sul mangiare carne“, “Sull’intelligenza degli animali” e “Gli animali usano la ragione“, mostrando una certa sensibilità sull’argomento.

Da “Sul mangiare carne” è tratto questo passo.

Tu ti chiedi per quale motivo Pitagora si astenesse dal mangiar carne?
Io per parte mia mi domando stupito quale evenienza, quale stato d’animo o disposizione mentale abbia spinto il primo uomo a compiere un delitto con la bocca, ad accostare le labbra alla carne di un animale morto e a definire cibo e nutrimento, davanti a tavole imbandite con corpi morti e corrotti, membra che poco prima digrignavano i denti e gridavano, che potevano muoversi e vedere.
Come poteva il suo sguardo tollerare l’uccisione delle vittime sgozzate, scuoiate, smembrate, il suo olfatto resistere alle esalazioni, come ha fatto il senso di contaminazione a non dissuadere il palato, a contatto con le piaghe di altri esseri, nel ricevere i succhi e il sangue putrefatto di ferite mortali?

Al-Ma’arri, diventato cieco a quattro anni per il vaiolo, divenne una sorta di asceta, dalle idee controverse: considerava la religione una superstizione, riteneva la riproduzione degli esseri umani un crimine e pensava che mangiar carne e pesce e uova latte e miele non fosse una cosa giusta.
Pare, inoltre che Al-Ma’arri fosse proprio diventato vegano a partire da quando aveva circa 30 anni, non indossava pellicce e calzature di cuoio ma di legno, non usava quindi gli animali e neanche per vestirsi.

Abbiamo trovato questa sua bellissima poesia.

Non rubo più alla Natura
Sei malato nella comprensione e nella religione.
Vieni a me, affinché puoi sentire qualcosa di vero.
Non mangiare ingiustamente il pesce che l’acqua ha donato,
e non desiderare come cibo la carne degli animali macellati,
o il bianco latte di madri destinato come puro sorso
per i loro piccoli, non per le donne nobili.
E non addolorare gli ignari uccelli prendendo le uova,
perché l’ingiustizia è il peggiore dei crimini.
E risparmia il miele che le api ottengono industriosamente
dai fiori di piante profumate;
perché non l’hanno conservato perché potesse appartenere ad altri,
né lo hanno raccolto come ricompense e doni.
Mi sono lavato le mani da tutto questo; e vorrei aver percepito
la mia strada prima che i miei capelli diventassero grigi!

Traduzione della versione inglese

I No Longer Steal From Nature
You are diseased in understanding and religion.
Come to me, that you may hear something of sound truth.
Do not unjustly eat fish the water has given up,
And do not desire as food the flesh of slaughtered animals,
Or the white milk of mothers who intended its pure draught
for their young, not noble ladies.
And do not grieve the unsuspecting birds by taking eggs;
for injustice is the worst of crimes.
And spare the honey which the bees get industriously
from the flowers of fragrant plants;
For they did not store it that it might belong to others,
Nor did they gather it for bounty and gifts.
I washed my hands of all this; and wish that I
Perceived my way before my hair went gray!

Abù (la nostra semplificazione del nome del poeta siriano vegano) e Arci, che è il diminutivo di Plutarco (scritto proprio così), insieme ad altri loro fratellini, erano detenuti abusivamente per farne salsiccia, ma il destino ha voluto per loro un destino diverso e loro due sono arrivati da noi: qui vivranno la loro vita sereni e non finiranno mai dentro un piatto.

Guarda un loro video di circa 1 minuto, sul nostro canale You Tube. Qui vedrai una delle loro prime interazioni con uno degli altri animali del rifugio: Clementino. Stanno decidendo chi comanda e… indovina, secondo te chi comanda?

Grazie per averci letto sino a qui!

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